ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Presentata l’Annata Agraria 2024

Gli andamenti a livello romagnolo: qualche nota positiva, come il recupero di rese medie e produzioni per quasi tutto il frutticolo, ma calano le superfici, così per grano duro e tenero

“Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2024 dell’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata il 29 novembre nel corso dell’annuale convegno. L’andamento del settore agricolo è stato illustrato dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri, insieme al Responsabile del servizio tecnico fondiario e credito Marco Paolini e al Responsabile Caa Mirko Tacconi.

Nel 2024 si trova qualche nota positiva, come ad esempio il recupero di rese medie e produzioni per quasi tutto il frutticolo, ma calano le superfici, così per grano duro e tenero. Molto diversificata la situazione per orticolo e sementiere con l’erba medica da seme con rese basse e scarti elevati. In calo tutti gli allevamenti e i capi. Anche le aziende del settore risultano in diminuzione. 

A seguire la tavola rotonda durante la quale sono stati affrontati i temi del cambiamento climatico, della ricerca e innovazione, degli scenari geopolitici, della manodopera, della necessità di stringere sul piano del nuovo assetto idrogeologico, delle aree interne e dell’equa distribuzione del valore lungo la filiera. Molte imprese agricole, cooperative, consorzi, stanno da tempo applicando sistemi innovativi per colture e allevamenti con investimenti importanti; su questo si dovrà proseguire e la platea dovrà ampliarsi, ma la sofferenza accumulatasi in particolare negli ultimi cinque anni, che vede imprese agricole non solo a non fare reddito, ma a non coprire i costi di produzione, crea non poche difficoltà. “Le sfide sono molte – afferma Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Occorre avere una visione lungimirante e il coraggio di innovare, con la ricerca e su basi scientifiche, senza perdere di vista le nostre radici. E fare presto, che è tardi”.

L’ANDAMENTO IN ROMAGNA (AREA FORLÌ-CESENA, RIMINI, RAVENNA)

LE IMPRESE AGRICOLE – In generale, nell’aggregato Romagna (province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), si riscontra, al 30.09.2024, rispetto al 30.09.2023, una sostanziale stabilità delle imprese attive complessive (103.195, +0,1%), dato migliore del contesto regionale (-1,0%) e nazionale (-0,4%). 

Per quanto riguarda il settore agricolo, invece, le imprese risultano in diminuzione (14.165, -2,7%), con maggiori difficoltà per le relative imprese femminili (2.565, -3,5%) e giovanili (515, -3,7%). 

Gli occupati in agricoltura sono, nel 2023, 23.683 (4,8% del totale occupati, fonte Istat).

COLTURE ARBOREE – Le stime medie di resa e di produzione del 2024 sono in recupero sul drammatico 2023 per la quasi totalità delle colture arboree: albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco, nettarina, susino, actinidia, castagno, melograno, noce, nocciolo e kaki. Eccezionali ad esempio per l’olivo, che registra un incremento del 23,6% rispetto al 2022 con oltre 95mila quintali di olive sane, di cui oltre la metà provenienti dal riminese (+30%). Tuttavia, le rese in olio sono basse (8-9%) per l’eccessiva piovosità autunnale, ma la qualità dell’olio molto alta.

La viticoltura registra un aumento delle rese (+6%) e della produzione di uva (+9%), e +9% circa gli ettolitri di vino.

In controtendenza le fragole: seppur con rese migliori, hanno un calo produttivo del 34% in campo e del 6,5% in serra, causato dalla contrazione delle superfici, -17,6% in serra e -43% in campo, dove i rischi climatici rendono difficoltosa la coltivazione.

Le stime riferite alle superfici sono in calo anche per albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco, nettarina, susino, actinidia, castagno, melograno, noce e kaki

Superfici in aumento per olivo e nocciolo; pressoché stabili per vitivinicolo.

L’albicocco, a fronte del calo di superfici, ha migliorato rese e produzioni: l’introduzione di varietà più tardive ha inoltre allungato il periodo di permanenza sul mercato per tutta l’estate. La Romagna detiene circa il 75% di superficie sul totale regionale, con la provincia di Ravenna al 45% circa.

Le tendenze degli ultimi anni indicano che sta prendendo forma una nuova vocazione della Romagna, che da ambiente produttivo estivo si sta trasformando in area a produzione autunno-invernale

La Romagna, con il 90% circa di superficie, per lo più concentrata nel ravennate (intorno ai 3mila ettari), resta il cuore regionale del kiwi. La produzione è tornata a crescere, trainata soprattutto dal kiwi giallo, ma quella del 2023 fu la peggiore degli ultimi sette anni. 

Ancora crisi per la pericoltura. Nell’area romagnola, dove si trova circa il 15% di superficie sul totale regionale, si registra un aumento delle rese e della produzione, ma il 2023 era stato veramente drammatico e per gli ettari si conferma nel 2024 il trend in calo.

I progetti su noce e nocciolo procedono bene. Il melograno, invece, negli ultimi dieci anni non ha raggiunto lo sviluppo auspicato, principalmente a causa delle condizioni climatiche della Romagna, che ostacolano, ad esempio, il raggiungimento della colorazione ideale richiesta dal mercato.

COLTURE ERBACEE – Nel cerealicolo le superfici degli autunno-vernini diminuiscono in media del 20% circa: grano duro (-23,5%, con punte -33%), grano tenero (-14%, con punte -23%) e orzo (-26%, con punte -36%). Il fenomeno è concentrato per lo più nella fascia collinare e può essere riconducibile agli effetti delle alluvioni e delle frane del maggio 2023: nello scorso autunno certi campi non erano nelle condizioni di essere seminati e in altri, dove era tecnicamente possibile, probabilmente non risultava economicamente conveniente. Aumentano le superfici per mais (+19% circa) e sorgo (+58%) e anche rese medie e produzione

Nelle stime di rese e produzioni si registra un incremento per grano duro (+25%), e grano tenero (+24%), trainate dal ravennate. Per l’orzo rese medie in salita, ma produzione romagnola complessivamente in calo (-8%), per la quale pesa il dato medio ravennate.

Leggero calo delle superfici a oleoproteaginose (girasole, colza, soia), passate dagli 8.409 ettari del 2023 agli 8.192 del 2024. Produzioni in lieve calo per il girasole; in crescita per soia e colza

45.370 gli ettari dedicati all’erba medica, +4% rispetto al 2023. Campagna fortemente condizionata da un maggio particolarmente piovoso che ha ritardato notevolmente tutto il primo taglio. Le rese medie “area Romagna” del foraggio verde si stimano in 361 q.li/ha circa; quelle del fieno (prodotto disidratato) in 100 q.li/ha. 

La barbabietola da zucchero è in aumento sul 2022; circa 1.174 gli ettari, di cui 200 in coltivazione biologica, concentrata principalmente nella provincia di Ravenna (880 ettari). La primavera piovosa ha comportato ritardi nella semina e rese produttive medie ai minimi storici stimate intorno ai 400 q.li/ha.

Anche per l’orticolo il 2024 è segnato dalle sfide del clima: inverno secco, irrigazioni anticipate poco efficaci per l’estate torrida e per le precipitazioni sporadiche. Queste condizioni hanno causato cali di produzione per alcune colture e hanno mantenuto alti i prezzi di mercato penalizzando i consumi. Zucchine, pomodori, spinaci, bietole e scarole hanno superato i 3-4€/kg in estate. Si rileva un incremento delle superfici seminate per cipolle (+13%), pomodori da industria (+8% circa) e patate (+6%). Le cipolle hanno subito un calo delle rese medie (da 343,3 q/ha a 376,6 q/ha), mentre le patate hanno recuperato valori normali dopo il crollo del 2023. 

Per quanto concerne le colture da seme la situazione è variegata. Per le superfici orticole da seme certificate le stime non sono ancora definitive; la produzione è buona per cetrioli, coriandolo e piselliscarsa per le cicorie; sarebbe stata buona per le carote, ma si sono verificati molti scarti in lavorazione.  

Fra le industriali, l’erba medica da seme (circa 7.450 ettari in Romagna di cui 5mila in provincia di Ravenna, 1.700 a Forlì-Cesena e 750 a Rimini), ha registrato rese basse e scarti elevati per condizioni meteo non favorevoli come le alte temperature di agosto; i cereali da granella hanno registrato buone quantità;  calo di superfici per il girasole da seme

ZOOTECNIA Diverse sono le cause che determinano il perdurare di un calo del comparto in Romagna: costi di gestione elevati, prezzi di vendita bassi, problemi burocratici, calo del personale, fauna selvatica e varie patologie. I dati mostrano una diminuzione di tutti gli allevamenti: bovini (da carne e da latte) di circa il 6% e anche calo di capi; ovini di circa il 7% (206 in meno sul 2023);  suini -10% circa; avicoli, in particolare anatre; equidi. Per l’apicoltura il 2024 è pessimo. La prima produzione dell’anno è venuta a mancare e la produzione complessiva risulta in buona parte compromessa, salvo qualche microzona dell’Appennino. In Romagna si registra un leggero calo degli alveari.

BIOLOGICO – I dati di riferimento del biologico sono quelli del 2023. Il comparto in Emilia-Romagna registra una contrazione sul 2022 del 3,4% nel numero di aziende certificate e nelle superfici. Le difficoltà climatiche e le sfide economiche globali hanno influenzato negativamente il settore e scoraggiato gli imprenditori. Delle 7.082 imprese bio regionali, le romagnole sono 1.870 (-2,65%, erano 1.921 nel 2022). Dei 193.669 ettari bio regionali, quelli romagnoli sono 49.356 (-1,28, erano 49.994 nel 2022).  La quota sul totale Sau regionale è del 18,6%, superiore alla media italiana (17%) ed europea (10%). 

AGRITURISMI – Nel 2023 le aziende agrituristiche in Romagna sono 373: a Forlì-Cesena 183 (-5,2%, -13 aziende); 70 nella provincia di Rimini e 120 nella provincia di Ravenna (-9%, -19 aziende). La provincia di Forlì-Cesena in regione si distingue numericamente per le attività didattiche, culturali, sportive, ricreative offerte nelle strutture. Nel 2023, in regione, il numero degli arrivi complessivi confermano il recupero rispetto ai livelli pre-pandemia (+20,4%). Il numero di turisti negli agriturismi è stato di 198mila unità (+6,5% sul 2022;) per 534.904 notti (+3,3% italiani, +12% stranieri).

Avvertenza lettura dati: le stime relative alle superfici si riferiscono alla situazione del piantato/seminato per la campagna dell’annata agraria novembre 2023 – ottobre 2024. 

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DI SEGUITO I COMUNICATI CON LE SINTESI DEGLI ANDAMENTI NELLE SINGOLE PROVINCE

A Elisa Maraldi il Premio Internazionale Anna Dente “Ostessa 2024”

Alla prima edizione del Premio Internazionale Anna Dente “Ostessa 2024” sono state 45 le persone che hanno ricevuto riconoscimenti in vari ambiti, e tra queste, 28 donne che simboleggiano la leadership nella ristorazione. Tra loro anche la romagnola Elisa Maraldi dell’Agriturismo “Casa Molinari” di Santa Maria Nuova di Bertinoro. Angela Ferracci, ideatrice e organizzatrice dell’evento, figlia di Anna, spiega la motivazione: «Ha avuto questo premio perché si è contraddistinta nel portare avanti quello che era un po’ il messaggio di mia madre e cioè  resilienza, forza, coraggio e soprattutto la ricerca di materie prime buone e genuine, oltre al saper cucinare con i prodotti che si hanno a disposizione senza sprechi».

Elisa Maraldi attraverso la pagina FaceBook del suo Agriturismo “Casa Molinari” descrive la giornata in ricordo di Anna Dente emozionante, è grata di avervi partecipato, di aver conosciuto persone meravigliose, e di essere stata riconosciuta come “custode dei prodotti della terra”.

Il Premio è organizzato dall’Associazione Anna Dente, fondata dalla figlia Angela in ricordo della madre, ambasciatrice della cucina romana e laziale nel mondo. È rivolto alle donne del mondo enogastronomico e della filiera agroalimentare. Si è svolto a Roma, nella Tribuna Autorità dello Stadio Olimpico nell’ambito dell’evento Excellence Food Innovation.

“Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola”

Appuntamento il 29 novembre a Forlì, Sala Zambelli della Camera di Commercio della Romagna per la presentazione dell’Annata Agraria 2024 di Cia Romagna

La presentazione dell’Annata Agraria, alla 38^ edizione (7 della “Romagna” e trentuno le precedenti realizzate da Cia Ravenna), si svolgerà venerdì 29 novembre, alle ore 16, a Forlì, nella Sala Zambelli della Camera di Commercio della Romagna (Corso della Repubblica, 5).

Il pomeriggio si articolerà in due momenti: una prima parte dedicata all’illustrazione delle tendenze delle imprese del settore e dei comparti colturali nell’anno 2024 nel territorio romagnolo (compreso nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini); una seconda parte destinata alla tavola rotonda, con diversi ospiti per affrontare alcuni approfondimenti tematici particolarmente significativi per l’agricoltura. L’evento sarà anche in streaming sul canale YouTube di Cia Romagna al link https://www.youtube.com/watch?v=H_HFuk-899I.

I lavori saranno aperti e condotti da Lorenzo Falcioni, Vicepresidente vicario di Cia Romagna.

Porteranno i loro salutiRinaldo Argentieri, Prefetto di Forlì-Cesena; Carlo Battistini, Presidente della Camera di Commercio della Romagna; Emanuela Bassi, Assessore del Comune di Forlì con delega alle Politiche Agricole.

L’illustrazione delle tendenze sarà presentata dal Direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri; dal Responsabile servizio tecnico fondiario, credito di Cia Romagna Marco Paolini e dal Responsabile CAA Cia Romagna Mirko Tacconi.

Il tema dell’Annata Agraria – “Innovare per r-esistere. Sfide e opportunità per l’agricoltura romagnola” – è l’argomento al centro dell’approfondimento della tavola rotonda, che sarà introdotta da un intervento di Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna.

Gli ospiti sono:

Stefano Francia, Presidente Cia-Agricoltori Italiani Emilia-Romagna;

Valtiero Mazzotti, Direttore Generale agricoltura, caccia e pesca Regione Emilia-Romagna;

Pierluigi Randi, Presidente AMPRO (Associazione Meteorologi Italiani) Consulente Tecnico Agenzia ItaliaMeteo;

Marco Casalini, Presidente Terremerse Soc. Coop.;

Franco Donati, Presidente Terre Cevico Soc. Coop. Agricola;

Giuliano Donati, Presidente Granfrutta Zani;

Realdo Mastini, Presidente Orogel Fresco Soc. Coop. Agricola;

Giovanni Piersanti, Presidente Cooperativa Agricola Cesenate Soc. Coop. Agricola.

Modererà la tavola rotonda la giornalista Sabrina Sgalaberna.

Il report sull’Annata Agraria è realizzato attraverso la consultazione di fonti orali e scritte. Oltre alla collaborazione dei tecnici della struttura di Cia Romagna, per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso i curatori del volume si avvalgono di una preziosa rete di agricoltori, cooperative, consorzi, enti, esperti e tecnici dei vari comparti esaminati. 

 Le informazioni sull’andamento demografico 2024 delle imprese agricole vengono fornite dalla Camera di Commercio della Romagna e dalla Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna.

Le stime 2024 sulle superfici e le rese medie vengono fornite dal Settore Agricoltura Caccia e Pesca-Ambiti Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini della Direzione Agricoltura Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna.

Questa rete si è consolidata negli anni e i ringraziamenti di Cia Romagna e dei curatori del volume vanno a tutte le persone che dedicano una parte del loro tempo anche per contribuire alla realizzazione di questo lavoro.

Qui di seguito la locandina con il programma.

Bandiera Verde Cia Agri-Woman a “Il Giardino delle Luppole”

Premiata l’azienda agricola romagnola Bellavista delle sorelle Nati

Misirocchi: “Abbiamo bisogno di una visione lungimirante e del coraggio di innovare, senza perdere di vista le nostre radici. La società agricola Bellavista delle sorelle Nati, insieme ad altre aziende Cia simili, rappresenta un esempio virtuoso di questo spirito”

Si è svolta il 13 novembre a Roma la XXII edizione di Bandiera Verde Cia-Agricoltori Italiani, che premia ogni anno le aziende agricole protagoniste della valorizzazione del patrimonio enogastronomico, paesaggistico e ambientale italiano. 

Tra i riconoscimenti anche uno per la Romagna: “Il Giardino delle Luppole”, della Società Agricola Bellavista delle sorelle Nati, ha ricevuto il riconoscimento Bandiera Verde di Cia nella sezione Agri-Woman

La motivazione: “Tradizione agricola e familiare, valorizzazione del territorio rurale, innovazione, spirito di gruppo e gioia di lavorare insieme. Sono questi i principali punti di forza della società agricola bellavista delle sorelle nati che, grazie alle capacità imprenditoriali femminili, ne fanno un modello perfettamente in linea con principi e obiettivi di Bandiera Verde Agricoltura”.

“Stiamo affrontando numerose sfide su più fronti, dai cambiamenti climatici alle tensioni geopolitiche. Questi ostacoli non devono scoraggiarci – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Abbiamo bisogno di una visione lungimirante e del coraggio di innovare, confidando nella ricerca e nella sperimentazione, senza mai perdere di vista le nostre radici. La Società Agricola Bellavista delle sorelle Nati, insieme ad altre aziende Cia simili, rappresenta un esempio virtuoso di questo spirito. Come dice il presidente di Cia Nazionale Fini, molte aziende sono già avanti e Bandiera Verde c’è per valorizzarle”.

Chi sono le sorelle Nati – Si chiamano Daniela, Elisa, Michela e con impegno e dedizione, dal 2012 guidano l’azienda di famiglia su una superficie agricola che supera i 30 ettari con differenti coltivazioni che arricchiscono la biodiversità nelle campagne ravennati (Grattacoppa): erba medica da seme e sfalcio,. tre ettari a vigneto, ventidue ettari in rotazione per la produzione di sementi. Ma a connotare l’offerta produttiva, è senza dubbio l’impianto di luppoleto, realizzato a partire dal 2018, su una superficie di circa 1,5 ettari con 2 varietà americane di luppolo da aroma e amaro, certificato biologico. La Società Agricola Bellavista delle Sorelle Nati si è resa quindi protagonista per sviluppare progetti trasversali nella trasformazione del luppolo italiano oltre alla birra con usi innovativi e con lo sguardo verso la valorizzazione del territorio: un processo alchemico che nasce all’interno de Il Giardino delle Luppole nella realizzazione di un BRAND di prodotti, realizzati in partnership con imprese del territorio. Ogni prodotto è studiato e approvato dal gruppo di lavoro e ricerca.

Oltre alle aziende agricole, premiati organizzazioni ed enti virtuosi che si sono distinti nelle 16 categorie di Bandiera Verde. Immancabile e speciale il premio Agri-cinema, attribuito  a “Un mondo a parte”.

Irene Priolo al Tavolo delle Associazioni imprenditoriali della provincia di Ravenna

La Commissaria all’emergenza nonché Presidente ad interim dell’Emilia-Romagna ha partecipato a un confronto sollecitato dal documento sottoscritto dalle associazioni sugli ultimi eventi meteorici

Irene Priolo, Presidente ad interim della Regione Emilia-Romagna e Commissaria all’emergenza per l’alluvione di settembre, e il Colonnello Carlo La Torre, responsabile commissariale per la ricostruzione privata per l’evento del 2023 hanno incontrato le associazioni del Tavolo provinciale delle Associazioni d’impresa di Ravenna, per un confronto sollecitato dal documento sottoscritto sugli ultimi eventi meteorici. Era inoltre presente lo staff tecnico della Regione Emila Romagna e il sindaco di Faenza Massimo Isola.

A fare gli onori di casa Mauro Neri presidente di Confcooperative Romagna, attuale coordinatore pro tempore del Tavolo, che ha ricevuto la presidente dell’Emilia-Romagna insieme ai rappresentanti delle 14 Associazioni d’impresa – Agci, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi, Confindustria, Copagri, Legacoop e Terra Viva – che compongono il coordinamento ravennate. Neri ha ribadito la grave situazione territoriale causata da un anno di episodi alluvionali e la necessità di un cambio di passo per affrontare il futuro.

“Ringrazio la Commissaria all’emergenza Priolo e il Col. La Torre per la loro presenza a questo Tavolo. Le Associazioni che lo compongono, tutte le rappresentanze d’impresa della provincia, si riuniscono periodicamente per condividere problemi e cercare soluzioni – ha esordito il coordinatore pro tempore. Dopo la terza alluvione che ha colpito il territorio e la zona di Ravenna in modo particolare, il Tavolo ha sentito l’esigenza di approfondire alcune problematiche e presentare alcune richieste alle strutture commissariali. Abbiamo chiesto misure straordinarie, tempestività e coordinamento al Governo, alla Regione e agli Enti locali e territoriali perché imprese e famiglie in questo territorio sono stremate”.

Il Tavolo ha sottolineato che dopo oltre un anno e mezzo il percorso appare ancora molto complicato anche dal punto di vista burocratico, con grandi difficoltà burocratiche nella presentazione delle domande e, di conseguenza, con risarcimenti arrivati in numero minimo rispetto agli alluvionati. Senza dimenticare il grave danno emotivo, l’insicurezza generalizzata, che rischia di paralizzare il territorio. Di qui l’importanza di velocizzare e rendere sicure le misure di risarcimento e di mettere in atto una progettazione per la sicurezza da concordare con i corpi intermedi, ribadendo che le soluzioni vanno ricercate con la collaborazione di tutti i soggetti in campo.

Dalla commissaria l’annuncio della volontà di aumentare il Contributo di Immediato Sostegno per chi ha subìto più volte danni da alluvione fino a 10.000 euro per i privati e fino a 20.000 euro per le imprese. È stato annunciato anche il vertice a Roma il 28 ottobre con il Generale Figliuolo per l’approvazione di un Piano stralcio da oltre 850 milioni, che interessa la Regione, i Consorzi di Bonifica e i Comuni.

La Commissaria Priolo si è resa disponibile a tornare ad incontrare il Tavolo non appena approvate le risorse economiche per un aggiornamento sull’avvio dei lavori programmati e urgenti sul territorio insieme alla struttura commissariale alla ricostruzione.

Alluvioni e altre calamità, la rabbia deve diventare prospettiva propositiva


Cia Romagna si è riunita in assemblea l’8 ottobre per illustrare la complessità dei meccanismi tortuosi per accedere ai provvedimenti previsti fino ad ora per chiedere i ristori per alluvioni e frane del 2023. 

Questa è stata l’occasione per presentare lo stato dell’arte, per quanto attiene a Cia Romagna, sulle domande di risarcimento danni: quante ne sono state fatte, a quanto ammontano, quante pagate al 50%, al 30% o non pagate. 

In generale, in Emilia-Romagna, i danni diretti stimati in agricoltura a causa di alluvioni e frane del 2023 ammontano a 912 milioni di Euro. Le risorse contemplate nei vari provvedimenti sono 336,5 milioni di euro. I numeri sono di per sé eloquenti.

Tanta la rabbia più che palpabile fra alcuni degli agricoltori presenti che chiedono attenzione subito sulla gestione dei fiumi (pulizia costante, superamento dei siti di interesse comunitario e delle zone speciali ); lo stanziamento di maggiori aiuti, in quanto le risorse di cui sopra sono un terzo del fabbisogno per gestire solo questa prima fase e ritengono che siano, oltreché insufficienti, anche mal distribuiti. 

Cia Romagna – insieme al livello regionale e nazionale – proseguirà a presidiare tutti i tavoli istituzionali per continuare a chiedere un cambiamento strutturale nella gestione del territorio alla luce della crisi climatica; per ribadire tematiche portate avanti da anni come la richiesta di un cambio di passo per la gestione dell’acqua (nel paradosso siccità-alluvione che anche in Romagna, ma in Italia tutta, viviamo); misure e interventi per le aree interne di collina e montagna per contenere lo spopolamento che ha effetti importanti su tutto il territorio fino a valle; recuperare un equilibrio fra uomo e fauna selvatica. Solo per ricordare alcune delle questioni aperte. 

“Occorre avere la consapevolezza che si tratta di tematiche che vanno oltre i confini regionali e nazionali e che ognuno da solo non può farcela. Cia Romagna chiede di più – specifica il presidente Danilo Misirocchi –  oltre alla pulizia dei fiumi, a una diversa gestione di istrici e nutrie, serve una legge speciale perché una situazione straordinaria come quella che stiamo vivendo non può essere affrontata con metodi ordinari”

Alluvione/In questo momento la priorità è gestire la situazione poi fare la conta dei danni. Però c’è bisogno che si risponda ad una domanda: l’agricoltura romagnola deve avere un futuro si o no?

Ancora una volta gli eventi eccezionali colpiscono la Romagna e sempre nelle stesse zone. “Tre gelate tardive consecutive e tre alluvioni consecutive rischiano veramente di far chiudere molte aziende. In questo momento la priorità è gestire la situazione e poi passare alla conta dei danni ed avviare eventuali iter per indennizziafferma il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi e specificaC’è bisogno, però, che si risponda ad una domanda: l’agricoltura romagnola deve avere un futuro si o no?”.

Siccome questo settore in Romagna ha un valore importante per tutta l’economia in quanto genera indotto; è un’agricoltura specializzata,che caratterizza una buona fetta dell’agroalimentare regionale che tiene alta la distintività del Made in Italy;  è un’agricoltura che esporta, quindi produce benessere, oltre ad avere un valore sociale ed ambientale importante nelle aree interne, dove fa manutenzione del territorio, la risposta può solo essere: sì, l’agricoltura deve rimanere. “In questo caso ci sono sicuramente tanti passaggi da fare ed alcune cose da riprogettaresottolinea Misirocchima la più urgente, per la quale serve una risposta istantanea, come abbiamo chiesto assieme ad altre sigle della rappresentanza l’otto luglio scorso nel presidio di Faenza, è che arrivino immediatamente i ristori promessi a seguito della calamità dello scorso anno. Diversamente, già dalla fine del 2024, alcune aziende chiuderanno”.

Secondo Cia potrebbero di conseguenza aprirsi scenari inquietanti perché potrebbero essere sostituite da privati o fondi di investimento esteri con finalità speculative con impatti economici e ambientali tutti da verificare. “Ci aspettiamo risposte concrete e centrate su ogni questione reale delle aziende specifica MisirocchiPur essendo in periodo pre elettorale evitiamo strumentalizzazioni su tragedie e danni così impattanti”.  Per ora gli uffici di Cia Romagna sono pronti a raccogliere le segnalazioni dei danni. “Già si evidenziano crepe su alcuni frutti, abbiamo ancora una vendemmia in atto che ne risentirà nella qualità e nella quantità, così come ne risentirà il kiwi giallo – spiega Misirocchi – In particolare, ci sono tante frane riattivate o nuove in collina che ancora una volta eroderanno terreno coltivabile ad alcune aziende e creeranno tante difficoltà alla viabilità pubblica e privata, generando difficoltà nelle normali operazioni colturali, in particolare nella raccolta delle olive e delle castagne”.

L’immagine è di repertorio: “frane e alluvioni maggio 2023”.

Il cordoglio di Cia Romagna per la scomparsa di Raffaele Tamburini

Il presidente Danilo Misirocchi, il vicepresidente vicario Lorenzo Falcioni, il direttivo e i soci di Cia Romagna esprimono il proprio cordoglio per la scomparsa di Raffaele Tamburini, venuto a mancare ieri.Primo presidente agricoltore di Cia Rimini, Tamburini è stato una figura di spicco all’interno della confederazione. 

Presidente per due mandati dai primi anni ‘90, quando l’allora Cia-Confcoltivatori aveva sede in via Giordano Bruno a Rimini, guidò l’associazione attraverso un periodo di grande trasformazione e rinnovamento, impegnandosi insieme alla sua presidenza (anch’essa formata per la prima volta da agricoltori) nel miglioramento tecnico dell’offerta dei servizi e nell’avvicinare di più i soci alla gestione politica.

Con grande lucidità e capacità di analisi, Tamburini aveva mostrato grande determinazione e aveva saputo vedere e percorrere strade nuove che contribuissero al sostegno dei soci e delle aziende, nella convinzione che con l’impegno di ognuno si potesse lavorare insieme per accrescere il benessere di tutti, raggiungere una reale giustizia sociale e una migliore qualità della vita.

Cia Romagna, che ne conserverà per sempre il ricordo, è vicina al dolore dei familiari, a cui vanno le più sentite condoglianze.

Fondo Agricat, Cia: “bene rivedere le pratiche, le dichiarazioni stampa sulle aziende erano corrette”

Positiva l’apertura del tavolo permanente, grazie a intervento Lollobrigida, e primi risultati

L’apertura del tavolo permanente avviato dal Fondo Agricat, presso Ismea, rappresenta un’importante apertura al confronto per fare definitiva chiarezza sui ritardi e i numerosi rigetti delle domande di indennizzo per le alluvioni del 2023 e le gelate tardive.

Dunque, bene l’intenzione di rivedere le pratiche e l’intervento, in tal senso, del ministro Lollobrigida affinché si procedesse alla verifica dei dati.

Cia-Agricoltori Italiani commenta così l’esito del primo incontro di ieri con Agricat, Agea e i coordinamenti dei Caa – Centri di assistenza agricola, ribadendo l’esattezza delle dichiarazioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa e confermando puntuale presenza alle riunioni del tavolo per superare insieme ogni criticità.

“È sempre più urgente – ricorda Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna – supportare la ripresa delle aziende danneggiate dagli eventi estremi dello scorso anno, in particolar modo in Emilia – Romagna cuore pulsante dell’ortofrutta nazionale, dopo anni già pesanti per l’acuirsi dell’emergenza climatica e della crisi economica”.

Significativi, dunque – per Cia – i primi risultati ottenuti, dalla sospensione dei termini del procedimento amministrativo relativi alle Pec di agosto alla proroga per la presentazione delle domande 2024. Così come l’attenzione alla necessità di innovare celermente il sistema gestionale per mettere tutti gli attori coinvolti nelle condizioni di comprendere, con interventi formativi ad hoc, il processo di rilevamento dei dati e di assegnazione degli indennizzi. 

Il tavolo permanente – conclude Cia – sia fattivamente una leva strategica per l’evoluzione sostanziale del fondo mutualistico e, soprattutto, agevoli in tempi strettissimi il pagamento immediato di tutte le aziende già liquidabili, così come annunciato ieri. Infine, si arrivi alla stipula di una convenzione Agricat-Caa. Sarà cruciale a questo punto evitare insieme il rischio, anche minimo, di ulteriori problemi a carico di un comparto già pesantemente in difficoltà. Cia garantisce in tal senso massima collaborazione. 

“Agricat, finanziato con il 3% della PAC degli agricoltori, doveva essere uno strumento efficace per indennizzare le imprese agricole colpite dai danni catastrofali, peccato che sono arrivate migliaia di lettere di diniego dal Fondo mutualistico”

Lo segnala con disappunto Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna sottolineando che gli strumenti informatici e le procedure farraginose attivate dall’organismo stanno arrecando enormi danni alle imprese agricole

26/8/2024 – Sono migliaia le lettere di diniego, totale o parziale, inviate da Agricat (Il Fondo mutualistico nazionale che copre i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici di natura catastrofale, ndr) agli agricoltori che aspettavano gli indennizzi sulle produzioni agricole danneggiate da eventi calamitosi.

Lo segnala con disappuntoCia – Agricoltori Italiani sottolineando anche che “Agricat, pagato dagli agricoltori, doveva essere uno strumento efficace spiega in una nota la Ciaquando invece una burocrazia di gestione lenta e male organizzata rischia di fare saltare il banco, con l’unico risultato di non girare le risorse alle imprese agricole colpite. Il Fondo nasce con l’obiettivo di ampliare la base delle aziende che ricorrono a strumenti di gestione del rischio e deve essere quindi integrato alle polizze assicurative; ad oggi Agricat è completamente scollegato dall’assicurazione agevolata. Inoltre, è inconcepibile che strumenti informatici e procedure inadeguate arrechino enormi danni ai produttori scaricando strumentalmente colpe sui tanti Caa – Centri di assistenza agricola”.

L’erogazione dei contributi tecnicamente è prevista nella primavera dell’anno successivo a quello degli eventi calamitosi: nello specifico, ad esempio, l’erogazione dei contributi per l’anno 2023 sarebbe dovuta avvenire indicativamente tra il mese di marzo -aprile 2024. “Chi ha responsabilità nella gestione di questo fondo, non certo i tecnici che hanno avviato puntualmente le praticheconclude la Ciaprenda coscienza della situazione incresciosa e trovi una soluzione”.

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