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Anp Imola: Adriana Cenni, tra tecnologia e nuova socialità

IMOLA – Adriana Cenni, recentemente iscritta all’ANP di Imola, non ha dubbi: “Gli strumenti digitali sono stati essenziali per non rimanere isolati nell’ultimo anno e mezzo, soprattutto durante i mesi più duri del lockdown, e lo sono ancora. Ma non c’è comunque confronto con i rapporti non virtuali, quelle due chiacchiere a margine di una riunione o le sensazioni dell’incontrare qualcuno”.

Adriana è una pensionata giovane e decisamente attiva perché conduce ancora, insieme alla sua famiglia, l’azienda Merlotta, una delle principali aziende vitivinicole dell’imolese. Quindi per lei è stato più semplice accrescere le sue conoscenze digitali e continuare ad avere relazioni sia con i clienti che con le persone.

“Quando avevo vent’anni usavo già il computer ma la tecnologia ha subito evoluzioni enormi e forse non mi sarei adeguata quasi totalmente se non fosse stato per la necessità di comunicare durante l’emergenza sanitaria. Solo grazie alle riunioni on line e agli altri mezzi di comunicazione – continua Adriana Cenni – sono riuscita a continuare a seguire l’attività di famiglia e anche a comunicare con i membri delle diverse associazioni sul territorio di cui faccio parte. Una possibilità enorme quella di essere connessi al mondo rimanendo a casa. Adesso collegarsi a Meet o controllare il fascicolo sanitario con lo SPID appare quasi una routine, ma ammetto che in quest’ultimo caso un po’ di difficoltà le ho avute.

Ho seguito il corso organizzato da Dinamica proprio per l’ANP, ma quando mi sono trovata ad aprire e gestire l’identità digitale in autonomia non è stato così semplice e ho dovuto chiedere aiuto a qualcuno di più esperto. Nulla di male, la cosa importante è non scoraggiarsi e affidarsi a chi è nativo digitale o conosce gli strumenti. Certo, un conto è imparare a usare un pc o le diverse applicazioni necessarie alla comunicazione digitale quando si è una pensionata di 60 anni e un altro è farlo a più di 80 come i miei genitori: il gap in questo caso è molto grande da colmare o forse incolmabile.  Credo – conclude Adriana Cenni – che il patrimonio di digitalizzazione e anche semplificazione raggiunti in questi anni non debba andare disperso anche con un totale ritorno alla normalità. Sarà bello, però, quando il digitale tornerà ad essere una scelta e non un’imposizione dettata dalle circostanze perché nulla, nel bene e nel male, può sostituire una relazione umana o un incontro diretto”.

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