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Grandine e vento del 22 giugno hanno compromesso le colture agricole dell’Emilia Romagna

lattuga rovinata da grandine
Danni per milioni di euro

Non solo vigneti, frutta e sementi ma anche insalata. La grandine e il vento di giugno, infatti, hanno picchiato duramente anche sulle foglie leggere delle lattughe rovinando il raccolto. “Una situazione apocalittica – racconta Marco Tagliavini che insieme al fratello Loris coltivano 40 ettari tra ortaggi e cereali in via degli Orti alle porte di Bologna –.

La grandine era paragonabile a noci sparate da cannoni. Troppo per le nostre colture ed ecco allora quattro ettari di gentilina, trocadero e brasiliana andate totalmente distrutte e compromessi 23 ettari di cereali e tre ettari di barbabietole biologiche, tra l’altro un nuovo progetto partito nell’aprile di quest’anno. Produzioni ortive che erano destinate al 50% alla grande distribuzione e per il resto alle riviere della Liguria, Toscana e Sardegna, un lavoro estivo appena iniziato. Una fornitura oggi compromessa”.

Certo il clima negli ultimi anni è cambiato ma un’avversità così pesante non se l’aspettava nessuno. “In cinque anni abbiamo visto gli eventi atmosferici mutare continuamente – dice ancora Tagliavini -. A volte abbiamo dovuto sopportare anche tre grandinate in una stagione e se un agricoltore non ha previsto questo evento vuol dire che ha sbagliato a programmare il suo lavoro ma questi, sono veramente casi eccezionali. Se a questo, poi, ci aggiungiamo anche i prezzi del mercato è una situazione difficile da sostenere”.

Ci sono aiuti e assicurazioni. “Noi agricoltori – dice ancora Tagliavini – sembriamo privilegiati da tasse e contributi comunitari ma produciamo a cielo aperto con tutte le conseguenze che questo vuol significare. E per quanto riguarda le assicurazioni, visto la bassa marginalità che oggi i nostri prodotti hanno, non possiamo accollarci costi aggiuntivi come le assicurazioni”.

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