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Più cultura della sicurezza per abbattere gli infortuni

Cristiano Fini, presidente Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna

L’agricoltura rappresenta uno tra i settori a maggior rischio per infortuni invalidanti e mortali. La maggior parte di questi vede il coinvolgimento del trattore in tutti i suoi utilizzi, dove la tipologia più frequente è quella in cui l’operatore alla guida viene schiacciato dal ribaltamento del mezzo.

Altri casi riguardano lavoratori venuti in contatto con organi in movimento del trattore. È sempre più urgente ed inderogabile, quindi, che venga effettuata una formazione ed informazione adeguata ai lavoratori del mondo agricolo al fine di ridurre i rischi ed i pericoli che la professione dell’agricoltore comporta. Per queste ragioni innovazione tecnologica e cultura della sicurezza sono indicatori fondamentali cui non è possibile rinunciare.

Le nuove tecnologie sono in grado di assicurare condizioni di lavoro adeguate, e al tempo stesso incidono positivamente sui costi di gestione aziendale grazie a strumentazioni innovative mirate al risparmio delle risorse, assumendo un carattere sempre più preponderante riguardo alla produttività e all’economia del settore primario. 

Per assicurare condizioni di lavoro ottimali a tutela del lavoratore agricolo e dell’ambiente intervengono diverse azioni che il decisore pubblico può attuare. Innanzitutto, attraverso un quadro normativo in grado di garantire le migliori condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro. In secondo luogo, attraverso l’impiego di specifici fondi nazionali/comunitari destinati al ricambio del parco macchine attualmente in uso, considerando che la maggior parte di esse sono state immatricolate decine di anni fa.

Una considerazione va fatta riguardo all’emergenza sanitaria: il Covid-19 ha causato l’improvvisa scarsità della manodopera, specialmente stagionale, a causa del lockdown globale e della chiusura delle frontiere. In questo scenario, dal punto di vista degli infortuni sul lavoro, la pandemia invece si è manifestata con una notevole contrazione nel numero di denunce presentate all’Inail dai lavoratori agricoli. È questa una fotografia scattata dagli Open Data mensili dell’Inail al 31 dicembre del 2019 e del 2020, seppure queste non rappresentino ancora un dato consolidato.

L’agricoltura è un’attività, è bene ribadirlo, non esente da rischi per la salute dei lavoratori, anzi, è uno dei comparti lavorativi in cui è elevata la probabilità di insorgenza di patologie professionali. L’uso dei mezzi tecnici, l’esposizione alle intemperie, le posture spesso non corrette sono solo alcune cause responsabili di malattie professionali cui i lavoratori sono frequentemente esposti.

È chiaro, quindi, che salute e sicurezza devono rappresentare un requisito indispensabile per la gestione di un’attività agricola.

infortuni, sicurezza

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