MODENA, 4 APRILE 2025 – L’esposizione delle province emiliano romagnole alle esportazioni agroalimentari verso gli Stati Uniti è tra le più alte: Modena rappresenta il 14% del totale esportato, con un valore di quasi 281 milioni di euro, in pratica la provincia che paga il prezzo più alto, dopo Parma, per via dei dazi importi dal presidente Usa.
BOLOGNA – “È una notizia importante per il futuro dell’export dei prodotti agroalimentari a indicazione geografica negli Stati Uniti. Con lo stop di cinque anni ai dazi tra Ue e Usa si inaugura finalmente una nuova stagione di collaborazione che porterà beneficio a i nostri prodotti, Parmigiano Reggiano in primis”.
È il commento di Cristiano Fini, presidente di Cia Agricoltori italiani dell’Emilia Romagna, a seguito dell’accordo raggiunto al vertice Ue-Usa di Bruxelles che mette un punto alla lunga guerra di ritorsioni tariffarie per la questione Airbus-Boeing. La disputa, durava da 17 anni sugli aiuti di Stato erogati rispettivamente a Boeing e Airbus, aiuti che avevano dato origine ad una guerra di dazi che negli ultimi anni aveva pesantemente penalizzato anche l’export dell’agroalimentare di qualità europeo, con l’Italia in testa. “Gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico per le esportazioni di cibo e bevande tricolori, con un valore complessivo vicino ai 5 miliardi – dice Fini – con referenze come il Parmigiano che hanno un peso economico determinante. Per questo siamo soddisfatti del ritorno al dialogo e sorpassare definitivamente l’incubo dazi doganali e creare ricchezza attraverso l’export, prima di tutto quello agricolo e alimentare che ci riguarda più da vicino”. L’accordo, di cinque anni, prevede la sospensione delle tariffe aggiuntive in attesa di trovare una soluzione di lungo periodo. Il comparto agroalimentare e vitivinicolo italiano Dop Igp per gli Stati Uniti rappresenta il primo mercato di destinazione dell’export, con un valore, secondo i dati di Ismea-Qualivita, pari 2,15 miliardi di euro.
La Cia manifesta la preoccupazione dei produttori emiliano romagnoli dopo le decisioni del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea
Sarà un conto salatissimo quello che pagherà l’agroalimentare emiliano romagnolo, leader delle eccellenze che vanno negli Stati Uniti, a partire dal Parmigiano Reggiano che esporta in quell’area del Paese il 10% della produzione. La Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna manifesta la sua preoccupazione – e di quella di tutti gli agricoltori – dopo la decisione del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea, accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus.
La Cia manifesta la preoccupazione dei produttori emiliano romagnoli dopo le decisioni del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea
Sarà un conto salatissimo quello che pagherà l’agroalimentare emiliano romagnolo, leader delle eccellenze che vanno negli Stati Uniti, a partire dal Parmigiano Reggiano che esporta in quell’area del Paese il 10% della produzione. La Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna manifesta la sua preoccupazione – e di quella di tutti gli agricoltori – dopo la decisione del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea, accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus.
Secondo Massimo Piva, vicepresidente di Cia Ferrara: “Serve un intervento urgente della Commissione Europea per bloccare la speculazione commerciale”
FERRARA – Mentre nel ferrarese sono già stati seminati i campi per il secondo raccolto di soia, molto più lontano, alla Borsa di Chicago, si decidono le sorti commerciali del prodotto e il risultato non è di quelli auspicati dai produttori. Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sta monitorando la performance dei prezzi, più che deludenti a causa di una scellerata guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Le quotazioni della Borsa di Milano e Bologna sono in caduta libera, con prezzi passati dai quasi 400€/t a 350 scarsi, con una perdita che si aggira intorno ai 50€/t.