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Carne: sana e buona ma sempre sul “banco degli imputati” da innocente

16/03/2017 – Allarmi, veri o presunti, ma anche sfide ideologiche, ciclicamente trovano la ribalta mediatica intorno a questo prezioso alimento che, al netto di ogni rispettabile opinione e scelta, rimane una proteina fondamentale per la salute e il benessere umano. La ripercussione diretta sul comparto zootecnico è pesata per oltre 5 miliardi di euro in vent’anni. Un dato che si contrappone, fortunatamente, a un altro elemento inconfutabile: in Italia non si conta un solo decesso accertato per queste cause. Anche grazie al livello di controlli e sicurezza nel nostro Paese sulla carne, che la pone al top mondiale sotto tale aspetto.

Nei giorni scorsi si è aperta la prima di una serie di incontri “A lezioni di…” che la Cia-Agricoltori Italiani vuole dedicare alle produzioni agricole e alimentari Made in Italy. Un format che rimanda agli “educational” e che vede il contributo di produttori, esperti, nutrizionisti e Agrichef che daranno risposte a giornalisti e blogger, andando a svelare ogni peculiarità dell’alimento preso in esame. Sul fronte della biodiversità, qualità e tipicità -si è detto nella lezione della Cia- il nostro Paese non ha da invidiare proprio nessuno: chianina, piemontese o fassona, marchigiana, grigio alpina, podolica, maremmana, romagnola, limousine, sardo-modicana, agerolese. Solo per citare le più diffuse tra le carni rosse. Poi ci sono quelle suine, ovi-caprine, avicole e cunicole (conigli). Gli italiani ne mangiano circa 75 kg pro capite l’anno, così suddivisi: 21 kg di carne bovina; 33 kg di carne suina; 19 kg di carne avicola e poco meno di 2 kg di carne ovina. Numeri in flessione -si è sottolineato all’iniziativa Cia- con i consumi delle famiglie più spostati verso i carboidrati. Anche sui metodi di cottura sono emersi elementi interessanti: gli italiani, ad esempio, stanno scalando le classifiche mondiali tra gli amanti del barbecue: sono quinti alle spalle di americani, australiani, francesi e tedeschi, ma davanti agli inglesi. Sul fronte degli aspetti salutistici si è soffermata la nutrizionista Francesca De Benedictis, che ha spiegato il valore biologico della carne, l’effetto saziante, gli abbinamenti corretti e gli accorgimenti per sfruttarne al massimo le proprietà nutritive. Sullo stato di salute generale del comparto, invece, è intervenuto il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino, che non ha nascosto come qualche problema da superare ci sia. Anche partendo da una maggiore organizzazione del prodotto, quindi filiere più coese e accordi di ampio respiro -proprio sulla carne- con l’artigianato, l’industria e gli enti locali, per legare a doppio filo il prodotto al territorio, rafforzandolo. E generando così -ha concluso Scanavino- un “network di valori” che porterebbe tangibili benefici anche sul mercato. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Unione nazionale carne e bestiame. 

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