Alluvioni, il Tavolo delle imprese della provincia di Ravenna chiede un cambio di passo a Governo ed enti locali

Le Associazioni d’impresa componenti il Tavolo provinciale di Ravenna ritengono che, a sedici mesi dalle prime alluvioni del 2023 che hanno devastato l’intera Romagna e a pochi giorni da un terzo catastrofico evento che ha di nuovo interessato con particolare violenza il territorio della provincia di Ravenna, le polemiche e le diatribe prettamente politiche a cui hanno assistito in questi giorni sulle rinnovate responsabilità di chi non avrebbe fatto o avrebbe fatto male, non siano rispettose delle sofferenze subite dalla comunità locale.
Il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna esprime profonda preoccupazione per le conseguenze delle recenti alluvioni che hanno di nuovo interessato il territorio romagnolo nel mese di settembre 2024. Questa ennesima calamità si abbatte su un territorio già provato dalle precedenti alluvioni, aggravando una situazione già disperata per molte imprese e famiglie che, ad oggi, si trovano in una condizione di incertezza e difficoltà.
In questo quadro, il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna chiede prima di ogni altra cosa che si perfezioni la modifica del Decreto 32/2024 dell’Autorità di Bacino del Po nelle misure, che bloccano lo sviluppo edilizio nelle aree colpite dalle alluvioni, pregiudicando in maniera sostanziale la possibilità stessa di fare impresa. Modifiche che erano già state concordate ma di cui si sono perse le tracce.

È imprescindibile che vengano messi in atto interventi urgenti e concreti per sostenere le comunità colpite. Le famiglie e le imprese, già provate dai danni subiti nel corso delle precedenti emergenze, vivono oggi un profondo senso di sconforto e preoccupazione per il loro futuro. Questo richiede l’immediata attivazione di aiuti tempestivi e congrui, non solo attraverso lo stanziamento di fondi, ma soprattutto tramite procedure amministrative snelle e accessibili, che rendano effettivamente fruibili le risorse rese disponibili. Cosa che non è avvenuta fino ad ora. Un esempio concreto dei limiti attuali è rappresentato dalle procedure burocratiche previste dalle ordinanze del Commissario alla ricostruzione per le domande di rimborso da presentare tramite la piattaforma SFINGE. Un percorso, dati alla mano, che si è fin da subito rivelato tortuoso, complesso e pieno di cavilli e che, in oltre un anno, ha portato ad un numero troppo limitato di richieste presentate rispetto ai reali danni subiti. Anche le procedure per l’attivazione dei fondi SIMEST hanno manifestato modalità che, data la situazione, possono essere migliorate anche se, in questo caso, queste stesse hanno restituito percentuali maggiori di risposta in tempi più consoni a coprire i danni subiti ed a compensare i mancati ricavi causati dall’alluvione.
In contrapposizione, gli enti locali, tramite i primi CIS e CAS per i cittadini e successivamente con i bandi delle Camere di Commercio, hanno messo in campo strumenti rapidi ed efficienti, che hanno permesso di distribuire rapidamente le risorse, pur se limitate, disponibili a tali Enti.
Le imprese e le famiglie non possono essere costrette a subire ulteriori ritardi e difficoltà burocratiche nel momento in cui hanno bisogno di un sostegno concreto ed immediato. Sappiamo bene che la sola messa in disponibilità di fondi non è sufficiente se questi non vengono erogati rapidamente e senza ostacoli. Pertanto, chiediamo con forza che le procedure di accesso ai ristori siano semplificate, specialmente per le PMI, le famiglie e le persone che si trovano in maggiori difficoltà, fra cui senz’altro quelle che hanno subito l’alluvione due o tre volte.
Non possiamo permettere che la burocrazia rallenti o, peggio, ostacoli la ripresa. L’impegno al risarcimento del 100% dei danni, come promesso a suo tempo, deve essere onorato. In tempi straordinari servono procedure straordinarie
Ben conoscendo le complessità della macchina burocratica nel nostro Paese, sulla quale in tempi non sospetti le stesse Associazioni d’impresa hanno più volte richiamato alla semplificazione nelle procedure autorizzative, è necessario che dalla fase emergenziale (con il rispristino del pre-esistente) si passi alla ricostruzione vera e propria, con l’attuazione dei piani speciali di messa in sicurezza previsti dall’apposita legge. Questi dovranno essere attuati con strumenti e poteri speciali tipici della figura commissariale e nel proseguo (vista la scadenza della nomina attuale al 31.12.2024) che questa sia scelta con criteri più rispondenti alle esigenze specifiche ed al presidio territoriale. Inoltre, chiediamo al Governo di stanziare nella prossima legge di bilancio i 4,5 miliardi necessari per realizzare il Piano Speciale che ora è in bozza e per il quale anche questo tavolo aveva suggerito modifiche costruttive.

Tavolo dell’imprenditoria della Provincia di Ravenna

Venerdì 27 settembre, a Ravenna, si è riunito il Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria per fare il punto sulle calamità che hanno nuovamente colpito la Romagna. Per Cia Romagna erano presenti il presidente Danilo Misirocchi e il direttore Alessia Buccheri. Il Tavolo – composto da 13 sigle rappresentative dei settori di agricoltura, industria, commercio, artigianato, cooperazione e servizi – ha condiviso un documento i cui i punti salienti sono:

  • disappunto per la speculazione politica che c’è stata su quest’ultima alluvione;
  • necessità di interventi urgenti per mettere in sicurezza il territorio;
  • necessità di superare le procedure burocratiche che hanno rallentato tutti i percorsi di ricostruzione ed indennizzo fino ad ora;
  • necessità di una revisione e di una pianificazione diversa del territorio, dando priorità alle zone più colpite.

È stato constatato, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, che aziende e famiglie ad oggi o non hanno ricevuto nessun ristoro oppure hanno ricevuto cifre irrisorie, lontanissime dal 100% promesso.

Il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, sottolinea che “avere condiviso un’azione comune tra 13 sigle di rappresentanza è un passaggio importante che ci rende più forti nel chiedere alle istituzioni quell’accelerazione indispensabile per fare arrivare alle aziende i ristori del 2023, ma anche per evitare di ripetere gli errori del passato nella gestione delle calamità del 18/19 settembre 2024”. 

PAIR 2030: nuove restrizioni sulle attività di abbruciamento e spandimento per la qualità dell’aria

Dall’1 ottobre 2024 al 31 marzo 2025 sono in vigore le misure previste dalla Regione Emilia-Romagna per salvaguardare la qualità dell’aria. Sul sito di ARPAE https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria/liberiamo-laria/bollettino-misure-emergenziali da oggi è possibile consultare il bollettino emesso nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì entro le ore 11. Come potrete verificare per i prossimi due giorni non si prevedono sforamenti al limite del PM10.

In base al nuovo Piano regionale sulla qualità dell’aria (PAIR 2030) per i territori di pianura ovest, est e agglomerato di Bologna l’attività di abbruciamento è consentita:

  • per soli due giorni nel mesi di ottobre e marzo previa comunicazione. Dall’1/11 al 28/02 c’è il divieto totale, nessuna deroga.
  • per due giorni, nel periodo compreso dal 1° ottobre al 31 marzo di ciascun anno, solo se l’abbruciamento viene effettuato all’interno di una “zona montana o zona agricola svantaggiata”, previa comunicazione;
  • per le superfici investite a riso e a seguito di indicazioni emesse dall’Autorità fitosanitaria, nei mesi di ottobre e marzo, e nel periodo da ottobre a marzo solo se tali superfici ricadano in una “zona montana o zona agricola svantaggiata”

Le suddette deroghe per l’abbruciamento sono consentite solo nei giorni in cui non siano state attivate le misure emergenziali per la qualità dell’aria (bollino rosso) e non siano stati adottati provvedimenti di grave pericolosità per gli incendi boschivi ed esclusivamente in zone non raggiungibili dalla “viabilità ordinaria” ovvero da strade pubbliche e private percorribili da veicoli idonei alla raccolta dei residui vegetali.

L’attività di abbruciamento è consentita secondo le seguenti prescrizioni consultabili al seguente link: https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/foreste/gestione-forestale/abbruciamenti.

Per quanto concerne l’attività di spandimento dei liquami, questa è  possibile solo con le tecniche ammesse in situazioni emergenziali per la qualità dell’aria.

Pertanto,sono sempre consentite l’iniezione diretta al suolo e l’interramento immediato contestuale alla distribuzione con l’utilizzo di più attrezzature contemporaneamente operanti dell’appezzamento. Le tecniche di spandimento ammesse, in quanto assimilabili a quelle appena citate in termini di contenimento delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, sono;

• Fertirrigazione con liquami diluiti (contenuto in sostanza secca minore del 2%) e frazione liquida chiarificata generata dal trattamento di separazione meccanica dei liquami e del digestato. Sono ammesse la microirrigazione (a goccia) e la subirrigazione;

• Spandimento a bande, operato da barre orizzontali provviste di tubi rigidi terminanti con una scarpetta metallica di distribuzione a contatto con la superficie del suolo, cd. trailing shoe;

• Su colture in atto, inclusi i prati, iniezione superficiale a solchi aperti a solchi chiusi, con solchi realizzati da erpici a denti o a dischi e liquame distribuito all’interno dei solchi;

• Iniezione diretta a solchi chiusi a profondità superiore ai 10 cm.

Daniela Zilli parla di “sanità” al Consiglio direttivo di Cia Romagna del 23 settembre

Il Segretario nazionale Anp-Cia Daniela Zilli ha illustrato la situazione del sistema sanitario pubblico in generale con un approfondimento, fra gli altri, sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Ha illustrato la situazione attuale delineando le prospettive future. Ha sottolineato, inoltre, le preoccupazioni, le criticità e le richieste dall’Associazione pensionati di Cia e le azioni da questa promosse. 

Dall’intervento della Zilli emerge che lo stato dell’arte del Servizio sanitario vede un definanziamento e indebolimento progressivo prima del 2020 al quale segue un “sussulto emergenziale” (pandemia) con molte promesse. La tendenza ora sembra far tornare ad un andamento pre-pandemico, che fa presagire un’erosione del Servizio sanitario pubblico.

La presentazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine, informa la Zilla, è stata rinviata a fine ottobre e al momento non si è a conoscenza di stanziamenti precisi per il 2025. Ci sarebbe l’impegno a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL entro il 2026

C’è preoccupazione in Anp-Cia per i provvedimenti su pensioni e sanità. La Legge di Bilancio 2025 vede tra le priorità per la Sanità: nuove assunzioni di personale medico (medici e infermieri); la questione delle liste d’attesa (le misure introdotte dal DL Schillaci sono tute da attuare e finanziare. L’Anp chiede misure organizzative e non punitive che risolvano le liste di attesa); nuovo innalzamento del tetto di spesa farmaceutica in particolare per far fronte all’aumento della spesa ospedaliera.

Anp denuncia l’affermarsi di diseguaglianze con persone che rinunciano o rinviano cure e persone che non affrontano altre spese perché devono curarsi. Dalla relazione emerge inoltre che c’è disparità anche per quanto riguarda l’aspettativa di vita, inferiore nelle regioni del Sud. In giugno Anp ha sottoscritto l’appello di un gruppo di scienziati mobilitatisi per salvare il Servizio Sanitario Nazionale: l’appello, fra le altre cose, mette in luce la disparità fra fasce della popolazione e fra regioni (in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione) e sottolinea che è dunque “necessario un piano straordinario di finanziamento del SSN, con specifiche risorse destinate a rimuovere gli squilibri territoriali, e che il SSN deve recuperare il suo ruolo di luogo di ricerca e innovazione al servizio della salute”.

L’Anp chiede una riflessione sul fatto che l’attuale assetto del sistema sanitario possa sostenere l’impatto dell’invecchiamento e nell’approfondire la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti Anp auspica che il Governo non ne consideri concluso l’iter.

L’ordine del giorno del Consiglio direttivo di Cia Romagna del 23 settembre era programmato da tempo e prevedeva un approfondimento sul tema “Sanità” con ospiti Daniela Zilli (segretario nazionale Anp-Cia) e Michele de Pascale (sindaco del Comune di Ravenna, Presidente della Provincia e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Romagna). Vista l’emergenza subentrata, l’ordine del giorno è stato integrato alla luce dei tragici eventi atmosferici che hanno colpito il territorio tra il 17 e il 19 settembre scorsi e la prima parte dell’incontro è stata dedicata a riflessioni e considerazioni su queste calamità. Come da programma, ha poi preso la parola Daniela Zilli.

Nuovo status di protezione del lupo, primo passo per una migliore gestione della specie

Maggiore flessibilità per affrontare la sempre più difficile coesistenza con le attività umane

Il Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera a fine settembre all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, con cui si declassa la protezione del lupo da “rigorosa” a semplice. La proposta di modifica era stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023 sulla base di analisi approfondite che mostrano come negli ultimi vent’anni le popolazioni di lupi siano notevolmente aumentate, andando ad occupare territori sempre più vasti. Si tratta senz’altro di un successo in termini di conservazione, reso possibile da una legislazione di tutela, da atteggiamenti più favorevoli da parte del pubblico e dal miglioramento degli habitat. Tuttavia questa espansione ha aumentato i conflitti con le attività umane, in particolare a causa dei danni al bestiame, generando una forte pressione su zone e regioni specifiche.

La nuova classificazione consentirà maggiore flessibilità per affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità locali, senza perdere di vista l’obiettivo giuridico generale di conseguire e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente della specie. Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per lo status di protezione del lupo. Inoltre, viene specificato che la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie.

Il fatto che il lupo diventi specie tutelata anziché “rigorosamente tutelata” non incide sulla possibilità di accedere a finanziamenti dell’UE a sostegno della coesistenza e dell’attuazione di misure di prevenzione. Lo stesso vale per le norme sui regimi nazionali di aiuti di Stato autorizzati che mirano a compensare gli agricoltori delle perdite dovute ad attacchi di lupi.

“Serve un approccio condiviso a livello europeo per una gestione adeguata delle popolazioni di lupo, a protezione degli ecosistemi e nel rispetto delle peculiarità territoriali e delle esigenze locali – osserva Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna -. Auspichiamo che la nuova classificazione sia propedeutica a una modifica della direttiva habitat, per una gestione migliore della specie lupo nelle aree interne. Questo per Cia è un primo passo per il cambio di status nella protezione della specie. Il nostro obiettivo è una pianificazione razionale nella gestione del territorio a tutela della biodiversità. Solo così potremo riportare equilibrio nel rapporto fra attività agricola e fauna selvatica”.  

Gli avvistamenti di lupi sono stati numerosi durante l’estate anche in provincia di Rimini, in particolare attorno a Santarcangelo di Romagna. La presenza stanziale dei lupi nel territorio è documentata da oltre dieci anni “L’azione predatoria del lupo su molti allevamenti estensivi è diventata purtroppo insostenibile nel nostro Paese e i fenomeni di abbandono imprenditoriale rischiano di diventare una realtà anche nelle nostre zone – aggiunge il riminese Lorenzo Falcioni, vicepresidente vicario -. La protezione di una specie animale deve tenere conto anche della sostenibilità degli allevamenti, che vedono i capi costantemente sotto attacco e le aziende prive di indennizzi adeguati. Per questo sarà necessario innalzare ulteriormente il massimale per gli aiuti europei in regime de minimis, forte limite all’ottenimento dei risarcimenti alle aziende agricole. E’ urgente una seria azione di responsabilità, sia nel rispetto dell’ambiente e degli animali selvatici, sia nei confronti degli allevatori e degli agricoltori, veri custodi del territorio”. 

Frutteti resilienti, Bando 2024 “investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole” (intervento SRD01)

Con l’approvazione della Delibera n. 1815/2024, viene approvato il bando Co-PSR 2023-2027 Intervento SRD01 Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole – Frutteti resilienti, anno 2024.

Il bando finanzia la realizzazione di nuovi impianti frutticoli dotati di specifici strumenti di difesa attiva per la tutela del potenziale produttivo dagli effetti dei cambiamenti climatici, fitopatie e calamità naturali.

Le risorse assegnate ammontano a 23 milioni di euro, l’aliquota di sostegno è fissata al 60% delle spese ammissibili

Il Piano di Investimenti dovrà avere una spesa ammissibile di minimo 10.000 € e massimo 1.500.000 €

I beneficiari sono gli imprenditori agricoli, singoli o associati, ad esclusione degli imprenditori che esercitano esclusivamente l’attività di selvicoltura e acquacoltura. I beneficiari devono essere IAP o CD come specificato nelle Disposizioni comuni.

Non possono presentare domanda le aziende che hanno in corso un PSA o un PI finanziato/approvato attraverso bandi giovani operazioni 6.1.01-4.1.02 e Interventi SRE01-SRD01.

Sul presente bando le aziende dovranno presentare un PI che preveda esclusivamente interventi riferiti alla costituzione di nuovi impianti frutticoli, obbligatoriamente corredati da almeno due sistemi di protezione attiva da fitopatie/calamità naturali e/o di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici , scelti tra quelli indicati al punto 1.11 della delibera.

In sintesi le spese ammissibili sono:

1. Realizzazione di nuovi impianti frutticoli unicamente con materiale di propagazione in possesso della certificazione volontaria nazionale:

  • solo per drupacee e pomacee: ammesso l’uso di materiale di propagazione con certificazione volontaria UE (Certificato UE) o CAC (Conformità Agricola Comunitaria), purché inserite nell’apposito elenco approvato annualmente dal Responsabile del Servizio Organizzazione di Mercato e Sinergie di Filiera e pubblicizzato sul sito regionale;
  • per le altre famiglie/specie frutticolein caso di non disponibilità sul mercato di materiale con certificazione volontaria nazionale è ammesso l’uso di materiale certificato UE o materiale CAC. La non disponibilità deve essere documentata dal beneficiario con espresse dichiarazioni di tre vivaisti consultati.
  • NON sono quindi ammissibili i nuovi impianti frutticoli realizzati con materiale di propagazione con le seguenti caratteristiche:
    – materiale di propagazione CAC (ad esclusione delle deroghe di cui sopra);
    – piante assemblate in azienda, anche se originate da piede e nesto certificati;
    – materiale di propagazione impiegato per operazioni di sovrainnesto in azienda, qualsiasi sia lo stato fitosanitario dei materiali utilizzati.

2. Acquisto e messa in opera di almeno due sistemi di difesa attiva a scelta tra quelli sottoindicati:

  • Difesa dalla siccità [a) e/o b)]:
    • a) Impianti irrigui.
    • b) Invasi aziendali ad uso irriguo. Per essere ammissibili, dovranno essere installati due misuratori (uno in entrata e uno in uscita) per controllare che la quantità di acqua utilizzata annualmente non ecceda quella autorizzata in concessione.
  • Impianto antigrandine.
  • Sistemi di prevenzione dai danni provocati al potenziale produttivo frutticolo da gelate primaverili:
    • acquisto e messa in opera di ventilatori e/o bruciatori fissi e /o mobili con funzione antibrina, che devono rispettare le normative/disposizioni inerenti alla tutela della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico.
    • realizzazione di impianti irrigui con inserimento di linee di distribuzione ed ugelli/erogatori specificamente dedicati ad espletare la funzione antibrina riconducibili alle seguenti tipologie:
      − impianti ad aspersione soprachioma fissi;
      − impianti ad aspersione sottochioma, con micro-irrigatori dinamici (micro-sprinkler).
  • Impianti con abbinamenti o reti multifunzioni (reti antinsetto, reti antipioggia) 

3. Spese tecniche generali.

Il Piano di Investimenti dovrà essere concluso entro 12 mesi dall’atto di concessione.

Le domande di sostegno devono essere protocollate entro le ore 13:00 del 28 febbraio 2025.

Aiuti nazionali per la filiera frutta a guscio

Con la pubblicazione della circolare Agea 82 del 20/06/2024 è stata aperta la possibilità  di presentare la manifestazione di interesse per partecipare alla domande sulla filiera frutta a guscio (Nocciolo – Castagno – Mandorlo – Noce – Pistacchio – Carrubo) entro il 15 ottobre 2024.

Il sostegno previsto dal Decreto ministeriale del 05/03/2024 – pubblicato nella G.U. n. 117 del 21/05/2024 “Definizione dei criteri e delle modalità di riparto delle risorse disponibili sul Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio – Campagna 2024″ – contempla:

a) realizzazione di nuovi impianti e reimpianti nell’ambito delle specie afferenti alla filiera della frutta a guscio; compresa la manutenzione straordinaria dei castagneti tradizionali da frutto e la trasformazione dei boschi cedui castanili in castagneto da frutto. L’importo dell’aiuto è pari al 65%, incrementato all’80% se giovane agricoltore – dei costi standard UCS max 5 ha che passano a 6 in caso di due specie arboree ( vedi tabella).

Nel caso di nuovo impianto l’aiuto è ammissibile solo se nel PCG dell’anno 2024 (rispetto all’anno -1 ) che non sia presente la stessa coltura arborea

Nel caso di reimpianto invece deve essere già presente nell’anno precedente ed intende espiantarlo, con motivazioni da esplicitare nella relazione tecnica ( in questo caso l’azienda deve avere almeno 1 ha di coltura a frutta da guscio)

Tabella importi massimi per specie

b)  Introduzione e/o ammodernamento degli impianti irrigui, per un massimo di 5 ettari, ( minima 1 ha) volti alla razionalizzazione nell’utilizzo della risorsa idrica, sia nei nuovi impianti che negli impianti esistenti; in questo ambito:
• sono ammissibili sistemi di accumulo per irrigazione di soccorso in aree di montagna;
• sono ammissibili le spese sostenute per sistemi di: adduzione dal punto di captazione delle acque al terreno; di filtraggio delle acque; di gestione dei sistemi di fertirrigazione; di controllo dell’umidità del terreno;

c) Introduzione di innovazioni nella gestione della difesa fitoiatrica, ivi compreso il controllo delle malerbe, sia nei nuovi impianti che negli impianti esistenti nonché della fase di lavorazione del prodotto fresco e post raccolta, e di essiccazione per ridurre il pericolo di malattie parassitarie. Superficie minima 1 ha.

Per gli interventi b e c L’importo dell’aiuto massimo concedibile per le misure di cui alle predette lettere b) e c) non può essere superiore a 4.000,00 euro/ettaro e per un massimo di 5 ettari, di cui deve dimostrare la conduzione tramite il proprio fascicolo aziendale (65% di euro 6.153,85/Ha; 80% di 5000,00 euro/Ha nel caso di giovane agricoltore).Nel caso il richiedente abbia inoltrato domanda di sostegno per due specie frutticole ammesse, e quindi per un totale di 6 ettari ammissibili, l’aiuto ammissibile per le misure in argomento è esteso ai 6 ettari complessivi.

Qualora opti per entrambe le misure, l’aiuto massimo percepibile è pari a 6.000,00 €/ettaro.

Entro 30 giorni dalla scadenza di presentazione della manifestazione d’interesse Agea comunicherà all’agricoltore l’ammissione al contributo. L’azienda avrà 10 giorni per accettare, presentando la domanda di sostegno comunque entro il 15 novembre.

Entro il 30 aprile 2025 Agea comunicherà alle aziende il contributo concesso. 

Entro 6 mesi dall’accettazione del contributo le aziende dovranno predisporre la domanda di saldo.

Per informazioni rivolgersi agli uffici Cia di riferimento.

Pac 2024, al via il pagamento degli anticipi

Con la  pubblicazione della circolare Agea n°68775 del 16/09/2024 dal titolo “Anticipi PAC 2024 – Interventi pagamenti diretti e in ambito sviluppo rurale – interventi SIGC”, con la quale sono disciplinate le modalità per il pagamento degli anticipi sulla Domanda Unica 2024 e sulle domande del CoPsr per superficie,  vengono autorizzati gli organismi pagatori al pagamento degli anticipi. Nel testo vengono recepite le novità della normativa UE che innalzano le soglie degli importi erogabili in anticipo al 70% per i pagamenti diretti e all’85% per lo Sviluppo Rurale, sono definiti gli interventi erogabili e fissate le percentuali applicabili ai singoli interventi e gli importi unitari.

Gli anticipi, come previsto dall’art. 4, comma 2, del DM 4 agosto 2023 n. 410739, sono erogati in relazione alle domande risultate ammissibili all’esito dei controlli amministrativi e di monitoraggio, tenendo conto delle risultanze delle attività di verifica già svolte sui requisiti non monitorabili, per tutti gli interventi soggetti al sistema di monitoraggio delle superfici (AMS), dal 16 Ottobre al 30 Novembre 2024.

SARANNO ERGOABILI NELLA FASE DI ANTICIPO:

  • sostegno di base al reddito per la sostenibilità (Titoli);
  • sostegno ridistributivo complementare al reddito per la sostenibilità;
  • sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori;
  • Eco-schemi:
    • Eco1: pagamento per la riduzione dell’antimicrobico resistenza e per il benessere animale;
    • Eco 2: pagamento per inerbimento delle colture arboree;
    • Eco 3: pagamento per la salvaguardia olivi di valore paesaggistico;
    • Eco 4: pagamento per sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento;
    • Eco 5: pagamento per misure specifiche per gli impollinatori;
  • il sostegno accoppiato al reddito, per:
    • frumento duro;
    • semi oleosi: colza e girasole (esclusa la coltivazione di semi di girasole da tavola);
    • riso;
    • barbabietola da zucchero;
    • pomodoro da trasformazione;
    • olio d’oliva;
    • agrumi;
    • colture proteiche comprese le leguminose.

Per quanto concerne gli anticipi riconducibili allo sviluppo rurale saranno erogabili, entro lo stesso periodo previsto per la Domanda Unica (16 Ottobre-30 Novembre) quelli  basati sulle superfici e sugli animali, riferiti sia agli impegni assunti ai sensi del Reg. (UE) n. 1305/2013 sia agli impegni di cui al Reg. (UE) n. 2021/2115.

Come previsto dal Reg. (UE) n. 2024/2434, l’importo massimo per il pagamento degli anticipi non potrà superare il 70%. 

Essendo il pagamento per molte premialità legato ad importi calcolati su plafond in via cautelativa verranno fissate percentuali di erogazione degli anticipi inferiori al 70% , così come riportato nelle tabelle sottostanti:
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Sicurezza sul lavoro – Documenti obbligatori per la sicurezza in azienda

Cia Romagna rinnova l’invito a tutte le aziende assuntrici di manodopera a regolarizzare la propria posizione per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro.

Durante un incontro in webinar con gli ispettori dell’ITL della provincia di Forlì-Cesena, è stata presentata un’analisi numerica degli infortuni nel settore agricolo e l’ITL ha comunicato l’intensificazione dei controlli all’interno delle aziende.

Ad oggi, i ritorni sui controlli già effettuati, raccontano di un atteggiamento più risoluto e intransigente rispetto alle mancanze riscontrate anche per le inadempienze di minor gravità.

Invitiamo pertanto chiunque assuma lavoratori dipendenti a verificare di non essere inadempienti.

Qualora non abbiate ancora provveduto alla regolarizzazione è necessario che contattiate gli uffici di riferimento. 

Chiarimenti sul divieto di lavoro per caldo

Forniti dalla Regione in seguito alle richieste di Cia Emilia-Romagna

A seguito dell’ordinanza regionale n. 101 del 26 luglio 2024 sono state numerose  le richieste di chiarimento portate all’attenzione della Regione Emilia-Romagna da parte di Cia Agricoltori Italiani per conto dei propri associati, alle prese con un testo generico e ricco di dubbi interpretativi.

Qui di seguito il documento con le domande frequenti di maggiore interesse e i relativi chiarimenti forniti dalla Regione.

La Regione sul suo sito ha predisposto una pagina specifica con le domande frequenti (FAQ): https://www.regione.emilia-romagna.it/stop-al-lavoro-in-condizioni-di-caldo-estremo/domande-frequenti-sui-contenuti-dellordinanza-n-101-del-26-luglio-2024

Di seguito i link alle infografiche con le indicazioni per prevenire il colpo di calore:

  1. Previeni il colpo di calore. Segui queste indicazioni quando lavori all’aperto  (284.61 KB)
  2. Datore di Lavoro – Indicazioni per lavorazioni all’aperto (322.81 KB)

C.I.A. EMILIA ROMAGNA – VIA BIGARI 5/2 – 40128 BOLOGNA BO – TEL. 051 6314311 – FAX 051 6314333
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